FALSI MITI SULLE UNGHIE: LE LAMPADE UV PER UNGHIE SONO PERICOLOSE?
Le lampade UV per unghie sono davvero apparecchi pericolosi? Due studi scientifici a confronto
Esistono diversi articoli su blog e magazine online nei quali la luce UV prodotta dalle lampade per unghie viene descritta come una cosa pericolosa che può contribuire allo sviluppo di tumori della pelle.
Ma è davvero così?
Nel tempo sono stati effettuati diversi studi da parte di scienziati e medici, fra questi spicca di certo quello ad opera delle dottoresse Deborah F. MacFarlane e Carol A. Alonso dal titolo "Occurrence of Nonmelanoma Skin Cancers on the Hands After UV Nail Light Exposure", ovvero "Presenza di tumori della pelle (non melanomi) sulle mani dopo l'esposizione alla luce UV per unghie".
Lo studio di MacFarlane e Alonso
Sulla base della correlazione fra le lampade abbronzanti e il potenziale sviluppo di tumori della pelle, la MacFarlane e la Alonso hanno analizzato i dati raccolti su 2 pazienti che hanno sviluppato tumori della pelle (non melanomi) sul dorso delle mani.
Il fatto che le due pazienti in questione fossero in salute, che non avessero casi di tumore della pelle in famiglia e che entrambe si fossero sottoposte a manicure in gel durante la loro vita è bastato a far arrivare le due dottoresse alla conclusione che la luce UV delle lampade per unghie è la sorgente di un'alta dose di raggi UV-A e che può essere un fattore di rischio determinante nello sviluppo di un tumore non melanoma della pelle.
Non sono un medico e non spetta a me giudicare l'attendibilità e la veridicità di questa conclusione, tuttavia l'esiguo campione statistico sul quale la teoria si basa e il fatto che riporta alcuni dati sugli apparecchi UV errati sono motivi più che sufficienti per spingermi ad indagare oltre, e non sono stata la sola a pensarla così.
Lo studio di Schoon, Bryson e McConnell
A screditare lo studio della MacFarlane e della Alonso ci hanno pensato 3 big della nail industry, Doug Schoon, Paul Bryson e Jim McConnell, te li presento:
Doug Schoon è un chimico, scienziato e docente di fama internazionale con 20 anni di esperienza come ricercatore scientifico nel settore delle unghie. Esperto nello sviluppo di prodotti UV, è l'autore di diversi libri e di molti articoli pubblicati sulle più prestigiose riviste di settore.
Paul Bryson è un chimico, a capo del reparto di ricerca e sviluppo di OPI e sviluppatore di prodotti in gel e di sistemi acrilici per cosmetici unghie, restauri dentali e parti elettroniche.
Jim McConnell, anche lui chimico, è il presidente della McConnell Labs, produttore del brand americano di prodotti per unghie Light Elegance. Da 12 anni lavora nel settore formulando sistemi UV sempre più performanti e come collaboratore per diverse riviste dedicate.
I tre scienziati hanno deciso di verificare i fatti riportati dalla MacFarlane e dalla Alonso avvalendosi di un laboratorio indipendente (il Lighting Science Inc.) che ha testato diversi modelli di lampade per unghie per misurare esattamente le emissioni di raggi UV-A e UV-B prodotti da questi apparecchi e per compararle alla luce naturale del sole.
Come si è svolto il test?
Per il test sono stati utilizzati apparecchi comuni e con il più elevato output di raggi UV possibile, e cioè una lampada con 4 bulbi da 9 watt (totale 36 watt, la classica lampada che tutti conosciamo) e una con 2 bulbi da 9 watt. Gli apparecchi testati erano nuovi e perfettamente funzionanti.
Per misurare le emissioni di raggi UV-A e UV-B sono stati posizionati dei sensori UV all'interno degli apparecchi; gli stessi sensori sono stati poi utilizzati per misurare le emissioni UV-A e UV-B della luce naturale del sole al fine di effettuare un confronto.
Nei test eseguiti da Lighting Science sono stati utilizzati apparecchi in grado di misurare le radiazioni UV-A e UV-B in termini di milliwatt per cm² (mW/cm²), e cioè quanta luce colpisce ogni singolo cm² di pelle.
Risultati dei test e conclusioni
Mano foto creata da javi_indy - it.freepik.com |
1. I raggi UV-B emessi dalle lampade per unghie sono meno di quelli presenti nella luce solare naturale.
I bulbi utilizzati nelle lampade per unghie contengono dei filtri speciali che rimuovono quasi tutti i raggi UV-B, quindi questo risultato non sorprende. Il test mostra che la quantità di raggi UV-B ai quali la pelle è esposta durante una gel manicure equivale ad una esposizione ai raggi solari di circa 17-26 secondi ogni giorno per 2 settimane.
2. L'esposizione ai raggi UV-A è molto bassa
L'esposizione alla luce UV di una lampada per unghie è limitata a circa 2 volte al mese per un totale di circa 6~10 minuti per sessione. Il test mostra che l'esposizione ai raggi UV-A di una gel manicure corrisponde a circa 1,5~2,7 minuti di esposizione al sole quotidiana.
Anche evitando un'esposizione al sole volontaria (spiaggia, piscina) quasi tutti noi ci esponiamo al sole per almeno qualche minuto al giorno, la luce della lampada UV non mi sembra più così pericolosa...
Aggiungo che a mio avviso lo studio di MacFarlane e Alonso è viziato: affermano di aver trovato due casi di tumore della pelle riconducibili all'esposizione ai raggi UV di una lampada unghie ma entrambe le pazienti oggetto dello studio vivono in Texas, un luogo caratterizzato da un clima caldo e soleggiato, dove una quotidiana esposizione alla luce solare è inevitabile. Come è possibile escludere che la causa dei tumori riscontrati sia la luce naturale e affermare con certezza che i raggi UV delle lampade per unghie siano i colpevoli?
Inoltre lo studio condotto da MacFarlane e Alonso contiene diversi errori e inesattezze sui prodotti UV per unghie e sui metodi di applicazione. L'errore più grossolano è rappresentato dal paragone con i lettini abbronzanti e dalla stima inesatta dell'esposizione ai raggi UV durante l'uso delle lampade per unghie. Mettere una mano in un lettino abbronzante dotato di 12 lampade UV da 100 watt non è uguale a mettere la stessa mano in una lampada unghie con 4 bulbi da 9 watt perché:
1. I lettini abbronzanti vengono utilizzati più spesso e per un tempo più lungo rispetto ad una lampada per unghie
2. Il wattaggio è un'unita di misura di consumo di energia e quindi di potenza, non una misura di emissione di raggi UV come sostenuto dalle dottoresse nel loro studio
3. La rifrazione dei raggi UV all'interno di un lettino abbronzante è senz'altro più elevata che in una lampada per unghie
***UPDATE***
Nell'ultimo mese questo argomento è molto chiacchierato perché il 17/01/2023 è stato pubblicato un nuovo studio da parte dell'Università della California San Diego (UCSD) nel quale si afferma che l'esposizione ai raggi UV delle lampade per unghie porterebbe al danneggiamento del DNA delle cellule e alla conseguente comparsa di tumori della pelle (potete leggerlo qui).
Jim McConnell ha deciso di pubblicare un articolo molto interessante per spiegare perché questo studio non è accurato ma, soprattutto, per quale motivo ha ottenito risultati forzati e non veritieri. Se volete approfondire l'argomento vi consiglio di leggerlo, lo trovate qui:
Se avete difficoltà con l'inglese fatemelo sapere su instagram @thenailslookbook
Magari è superfluo, ma potrei fare un video per spiegarvi i vari punti che vengono confutati nell'articolo. Fatemi sapere!
Se vuoi saperne di più sulle lampade per unghie leggi anche Tutto quello che devi sapere sulle lampade per unghie.
Fonti:
Deborah F. MacFarlane e Carol A. Alonso "Occurrence of Nonmelanoma Skin Cancers on the Hands After UV Nail Light Exposure" (pubblicato sulla rivista scientifica American Medical Association consultabile a questo link)
Doug Schoon, Paul Bryson e Jim McConnell "Do UV Nail lamps emit unsafe level of ultraviolet light?" (puoi leggere lo studio sul sito di Doug Schoon a questo link)
Doug Schoon "UV Nails Lamp are safe" (leggi l'articolo a questo link)
0 commenti