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The Nails Lookbook | Unghie e Nail Art

Scopri tutto quello che devi sapere sulle cuticole per eseguire una manicure corretta e sicura

TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SU MANICURE E CUTICOLE
Bellezza foto creata da freepik - it.freepik.com


La realizzazione di una buona manicure è il primo step per una corretta applicazione dei prodotti e per ottenere un risultato pulito e duraturo nel tempo. Una buona manicure prevede un appropriato trattamento delle cuticole e, arrivati a questo punto, so già cosa ti stai chiedendo:

Le cuticole si possono tagliare oppure no?

Per rispondere correttamente a questa domanda è bene fare un piccolo ripasso di anatomia dell'unghia.

DIFFERENZE FRA EPONICHIO E CUTICOLE

Per effettuare una manicure corretta e senza rischi è necessario concentrarsi sulla differenza fra eponichio e cuticola. In questa foto la distinzione è molto evidente:


eponichio e cuticola


L'eponichio è il bordo liscio di cute del dito che si trova nella parte prossimale dell'unghia e che ne ricopre la radice. È particolarmente resistente e aderisce in modo perfetto alla lamina ungueale, tanto che questa – crescendo – ne "trascina" un sottile strato con sé, formando la cuticola. 
L'eponichio è un tessuto cutaneo vivo e irrorato da vasi sanguigni, la cuticola al contrario è una sottile membrana cheratinizzata, priva di vita. 

L'eponichio svolge una importantissima funzione di protezione della matrice e del letto ungueale dagli agenti esterni, allergeni e patogeni è per questo motivo che non deve essere danneggiato in nessun modo. 
Al contrario, le cuticole possono essere rimosse dopo essere state sollevate dalla lamina ungueale.

Quindi la risposta alla domanda è... Sì, le cuticole si possono tagliare!

Guarda il video:

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Un post condiviso da Federica | The Nails Lookbook (@thenailslookbook)

Le lampade UV per unghie sono davvero apparecchi pericolosi? Due studi scientifici a confronto

FALSI MITI SULLE UNGHIE: LE LAMPADE UV PER UNGHIE SONO PERICOLOSE?


Quello della presunta pericolosità della luce UV emessa dalle lampade per unghie è un argomento controverso sul quale penso sia importante fare chiarezza.

Esistono diversi articoli su blog e magazine online nei quali la luce UV prodotta dalle lampade per unghie viene descritta come una cosa pericolosa che può contribuire allo sviluppo di tumori della pelle.

Ma è davvero così?

Nel tempo sono stati effettuati diversi studi da parte di scienziati e medici, fra questi spicca di certo quello ad opera delle dottoresse Deborah F. MacFarlane e Carol A. Alonso dal titolo "Occurrence of Nonmelanoma Skin Cancers on the Hands After UV Nail Light Exposure", ovvero "Presenza di tumori della pelle (non melanomi) sulle mani dopo l'esposizione alla luce UV per unghie". 

Lo studio di MacFarlane e Alonso

Sulla base della correlazione fra le lampade abbronzanti e il potenziale sviluppo di tumori della pelle, la MacFarlane e la Alonso hanno analizzato i dati raccolti su 2 pazienti che hanno sviluppato tumori della pelle (non melanomi) sul dorso delle mani.

Il fatto che le due pazienti in questione fossero in salute, che non avessero casi di tumore della pelle in famiglia e che entrambe si fossero sottoposte a manicure in gel durante la loro vita è bastato a far arrivare le due dottoresse alla conclusione che la luce UV delle lampade per unghie è la sorgente di un'alta dose di raggi UV-A e che può essere un fattore di rischio determinante nello sviluppo di un tumore non melanoma della pelle.

Non sono un medico e non spetta a me giudicare l'attendibilità e la veridicità di questa conclusione, tuttavia l'esiguo campione statistico sul quale la teoria si basa e il fatto che riporta alcuni dati sugli apparecchi UV errati sono motivi più che sufficienti per spingermi ad indagare oltre, e non sono stata la sola a pensarla così.

Lo studio di Schoon, Bryson e McConnell

A screditare lo studio della MacFarlane e della Alonso ci hanno pensato 3 big della nail industry, Doug Schoon, Paul Bryson e Jim McConnell, te li presento:

Doug Schoon è un chimico, scienziato e docente di fama internazionale con 20 anni di esperienza come ricercatore scientifico nel settore delle unghie. Esperto nello sviluppo di prodotti UV, è l'autore di diversi libri e di molti articoli pubblicati sulle più prestigiose riviste di settore.

Paul Bryson è un chimico, a capo del reparto di ricerca e sviluppo di OPI e sviluppatore di prodotti in gel e di sistemi acrilici per cosmetici unghie, restauri dentali e parti elettroniche.

Jim McConnell, anche lui chimico, è il presidente della McConnell Labs, produttore del brand americano di prodotti per unghie Light Elegance. Da 12 anni lavora nel settore formulando sistemi UV sempre più performanti e come collaboratore per diverse riviste dedicate.

I tre scienziati hanno deciso di verificare i fatti riportati dalla MacFarlane e dalla Alonso avvalendosi di un laboratorio indipendente (il Lighting Science Inc.) che ha testato diversi modelli di lampade per unghie per misurare esattamente le emissioni di raggi UV-A e UV-B prodotti da questi apparecchi e per compararle alla luce naturale del sole.

Come si è svolto il test?

Per il test sono stati utilizzati apparecchi comuni e con il più elevato output di raggi UV possibile, e cioè una lampada con 4 bulbi da 9 watt (totale 36 watt, la classica lampada che tutti conosciamo) e una con 2 bulbi da 9 watt. Gli apparecchi testati erano nuovi e perfettamente funzionanti. 

Per misurare le emissioni di raggi UV-A e UV-B sono stati posizionati dei sensori UV all'interno degli apparecchi; gli stessi sensori sono stati poi utilizzati per misurare le emissioni UV-A e UV-B della luce naturale del sole al fine di effettuare un confronto.

Nei test eseguiti da Lighting Science sono stati utilizzati apparecchi in grado di misurare le radiazioni UV-A e UV-B in termini di milliwatt per cm² (mW/cm²), e cioè quanta luce colpisce ogni singolo cm² di pelle.

Risultati dei test e conclusioni

LAMPADE UNGHIE
Mano foto creata da javi_indy - it.freepik.com

1. I raggi UV-B emessi dalle lampade per unghie sono meno di quelli presenti nella luce solare naturale. 

I bulbi utilizzati nelle lampade per unghie contengono dei filtri speciali che rimuovono quasi tutti i raggi UV-B, quindi questo risultato non sorprende. Il test mostra che la quantità di raggi UV-B ai quali la pelle è esposta durante una gel manicure equivale ad una esposizione ai raggi solari di circa 17-26 secondi ogni giorno per 2 settimane.

2. L'esposizione ai raggi UV-A è molto bassa 

L'esposizione alla luce UV di una lampada per unghie è limitata a circa 2 volte al mese per un totale di circa 6~10 minuti per sessione. Il test mostra che l'esposizione ai raggi UV-A di una gel manicure corrisponde a circa 1,5~2,7 minuti di esposizione al sole quotidiana. 

Anche evitando un'esposizione al sole volontaria (spiaggia, piscina) quasi tutti noi ci esponiamo al sole per almeno qualche minuto al giorno, la luce della lampada UV non mi sembra più così pericolosa...

Aggiungo che a mio avviso lo studio di MacFarlane e Alonso è viziato: affermano di aver trovato due casi di tumore della pelle riconducibili all'esposizione ai raggi UV di una lampada unghie ma entrambe le pazienti oggetto dello studio vivono in Texas, un luogo caratterizzato da un clima caldo e soleggiato, dove una quotidiana esposizione alla luce solare è inevitabile. Come è possibile escludere che la causa dei tumori riscontrati sia la luce naturale e affermare con certezza che i raggi UV delle lampade per unghie siano i colpevoli?

Inoltre lo studio condotto da MacFarlane e Alonso contiene diversi errori e inesattezze sui prodotti UV per unghie e sui metodi di applicazione. L'errore più grossolano è rappresentato dal paragone con i lettini abbronzanti e dalla stima inesatta dell'esposizione ai raggi UV durante l'uso delle lampade per unghie. Mettere una mano in un lettino abbronzante dotato di 12 lampade UV da 100 watt non è uguale a mettere la stessa mano in una lampada unghie con 4 bulbi da 9 watt perché:

1. I lettini abbronzanti vengono utilizzati più spesso e per un tempo più lungo rispetto ad una lampada per unghie

2. Il wattaggio è un'unita di misura di consumo di energia e quindi di potenza, non una misura di emissione di raggi UV come sostenuto dalle dottoresse nel loro studio

3. La rifrazione dei raggi UV all'interno di un lettino abbronzante è senz'altro più elevata che in una lampada per unghie


***UPDATE***

Nell'ultimo mese questo argomento è molto chiacchierato perché il 17/01/2023 è stato pubblicato un nuovo studio da parte dell'Università della California San Diego (UCSD) nel quale si afferma che l'esposizione ai raggi UV delle lampade per unghie porterebbe al danneggiamento del DNA delle cellule e alla conseguente comparsa di tumori della pelle (potete leggerlo qui).

Jim McConnell ha deciso di pubblicare un articolo molto interessante per spiegare perché questo studio non è accurato ma, soprattutto, per quale motivo ha ottenito risultati forzati e non veritieri. Se volete approfondire l'argomento vi consiglio di leggerlo, lo trovate qui: 

https://www.lightelegance.com/blogs/news/our-chemists-broke-down-this-study-can-uv-nail-curing-lamps-cause-damage-to-dna-skin-cancer-heres-whats-wrong-with-this-study

Se avete difficoltà con l'inglese fatemelo sapere su instagram @thenailslookbook

Magari è superfluo, ma potrei fare un video per spiegarvi i vari punti che vengono confutati nell'articolo. Fatemi sapere!

Se vuoi saperne di più sulle lampade per unghie leggi anche Tutto quello che devi sapere sulle lampade per unghie.

Fonti:

Deborah F. MacFarlane e Carol A. Alonso "Occurrence of Nonmelanoma Skin Cancers on the Hands After UV Nail Light Exposure" (pubblicato sulla rivista scientifica American Medical Association consultabile a questo link) 

Doug Schoon, Paul Bryson e Jim McConnell "Do UV Nail lamps emit unsafe level of ultraviolet light?" (puoi leggere lo studio sul sito di Doug Schoon a questo link)

Doug Schoon "UV Nails Lamp are safe" (leggi l'articolo a questo link)

Iperidrosi e gel unghie: consigli per una manicure in gel a prova di sollevamenti


IPERIDROSI E GEL UNGHIE
Mano foto creata da valuavitaly - it.freepik.com

Il termine iperidrosi viene usato per indicare una condizione di eccessiva sudorazione, che può essere limitata ad alcune parti del corpo oppure generalizzata. 

Come è facile immaginare, l'iperidrosi rappresenta un ostacolo alla corretta applicazione di gel e smalti semipermanenti. 

Come ti ho spiegato nel post Perché il gel si solleva? Le cause principali e come rimediare infatti, alla base di una manicure in gel che dura nel tempo c'è senz'altro la fase di preparazione dell'unghia, durante la quale l'unghia naturale viene opacizzata e sgrassata. Per chi soffre di iperidrosi mantenere la lamina ungueale asciutta e pulita può risultare difficile ma non temere, se seguirai i miei consigli potrai minimizzare gli effetti di questa patologia e assicurarti una gel manicure a prova di sollevamenti!

1. SPRAY IGIENIZZANTE A BASE DI ALCOOL

IPERIDROSI E GEL UNGHIE
Consistenza foto creata da freepik - it.freepik.com

Prima di iniziare vaporizza sulle mani uno spray igienizzante a base di alcool, anche più volte se necessario. Questo tipo di prodotto contrasta il sudore e ti aiuterà ad eliminare le sostanze oleose presenti sulla cute.

2. PRE-GEL DISIDRATANTE

Applica un prodotto pre-gel sgrassante/disidratante sulla lamina ungueale e sulla pelle circostante, anche più volte se necessario (non spaventarti, l'azione disidratante che abbassa il grado di umidità della lamina e della pelle è temporanea).

3. LAVORA SU UN'UNGHIA ALLA VOLTA

IPERIDROSI E UNGHIE
Affari foto creata da freepik - it.freepik.com


Meglio preparare e applicare il gel su un'unghia alla volta, in questo modo non rischi di sprecare il lavoro fatto. Fai attenzione a non toccare le unghie opacizzate con il polpastrello o con il palmo della mano altrimenti dovrai prepararle da capo.

4. USA IL BOROTALCO E/O UN GUANTO DI COTONE

Applica sulla pelle delle mani un po' di borotalco per ridurre sudore ed umidità ed evitare il più possibile la contaminazione della lamina ungueale. In alternativa al borotalco indossa un guanto di cotone.

Non è il gel a danneggiare le unghie ma chi lo applica e chi lo rimuove. Ti spiego perché e quali sono i danni più comuni

FALSI MITI SULLE UNGHIE
Mano foto creata da freepik - it.freepik.com


Se stai leggendo questo post molto probabilmente hai avuto (almeno) una brutta esperienza con gel e/o smalti semipermanenti e ora pensi che siano prodotti pericolosi che hanno rovinato le tue unghie.

Mi dispiace darti questa notizia ma non è così, i gel (o gli smalti semipermanenti) sono prodotti del tutto sicuri che non rovinano le unghie. Una lamina ungueale danneggiata è il risultato di un'applicazione o di una rimozione impropria del prodotto.

ASSOTTIGLIAMENTO DELLA LAMINA UNGUEALE

Una limatura aggressiva è la causa principale della maggior parte dei danni causati alla lamina ungueale. Se, dopo la rimozione, la parte di lamina ungueale che si trovava sotto il prodotto è più sottile rispetto alla ricrescita dell'unghia vuol dire che è stata limata eccessivamente o che è stata usata una lima troppo abrasiva.

L'assottigliamento della lamina dovuto ad una limatura eccessiva è una cosa che succede a chi è poco esperto, o magari a chi si fa le unghie in casa ed è alle prime armi, ma - ahimé - è una cosa che si verifica anche in salone. Ricorda: un vero professionista sa esattamente dove e quanto limare per non danneggiare la lamina e rispettare le unghie naturali della cliente.

UNGHIE DEBOLI DOPO LA RIMOZIONE?

Se, sempre dopo la rimozione, la lamina non è assottigliata ma appare molto flessibile sappi che non significa necessariamente che le unghie siano "più deboli". 

Quando la lamina è coperta dal gel acqua e oli naturali la attraversano più lentamente: ciò fa sì che che il naturale grado di umidità della lamina aumenti del 10-15%, più il grado di umidità è alto più la lamina è flessibile. Questo effetto può durare per diverso tempo, anche 12-24 ore dopo la rimozione. Quando il grado di umidità torna normale anche la lamina torna ad avere un livello normale di rigidità.

MACCHIE BIANCHE E ONICOLISI

Quando sulla superficie dell'unghia si presentano piccole macchie bianche è molto probabile che ci troviamo di fronte ad un altro danno da rimozione impropria, dovuto sempre ad una limatura eccessiva oppure ad un uso improprio degli attrezzi. 

Immergere l'unghia naturale nell'acetone o nell'acqua anche solo per pochi minuti rende la superficie temporaneamente più morbida e più suscettibile ai danni che si possono fare con lo spingicuticole (o con i bastoncini di legno) nel tentativo di forzare il sollevamento dei residui di prodotto. 

Il tempo è nemico della brava onicotecnica.

Se il prodotto fa resistenza e non si solleva facilmente è meglio procedere di nuovo con l'acetone piuttosto che insistere, rischiare di danneggiare la lamina o provocare il suo sollevamento dal letto ungueale (onicolisi) solo per risparmiare tempo è pericoloso e controproducente.

CURA E MANTENIMENTO

Se il gel è correttamente applicato e rimosso non ci sarà alcun danno all'unghia naturale. Ma se è vero che l'onicotecnica deve fare la sua parte, è altrettanto vero che anche la cliente deve curare e mantenere le unghie nel modo corretto:

  1. Applica spesso un olio per cuticole di qualità
  2. Indossa guanti protettivi quando maneggi detersivi o altre sostanze chimiche
  3. Non sollevare meccanicamente lo strato di gel con le unghie o con i denti (così facendo sollevi anche gli strati più superficiali della lamina rendendola più sottile)
  4. Non far passare troppo tempo dall'applicazione del gel e la seduta successiva (se la ricrescita diventa eccessiva la lamina tende a flettere perché la struttura dell'unghia non è bilanciata)

Le unghie non respirano: ti spiego perché e come funziona la crescita dell'unghia

FALSI MITI SULLE UNGHIE
Mano foto creata da Racool_studio - it.freepik.com


Ebbene sì, le unghie non respirano. Si tratta di uno dei falsi miti sulle unghie più diffusi al mondo e se qualcuno ti ha detto che dovresti smettere di applicare gel o altri prodotti sulle tue unghie "per farle respirare" probabilmente stiamo parlando di una persona che non conosce l'argomento e che non sa come funziona davvero la crescita delle unghie.

La lamina ungueale (anche detta corpo ungueale) non è un tessuto vivo, non è dotata di polmoni e non ha l'abilità di assorbire l'ossigeno contenuto nell'aria. Tutto quello di cui la lamina ungueale ha bisogno per crescere proviene dalla matrice dell'unghia e dal letto ungueale.

ANATOMIA DELL'UNGHIA

Il 100% dell'ossigeno di cui la matrice dell'unghia ha bisogno per svolgere la sua funzione proviene dal flusso sanguigno, ed è sempre tramite il flusso sanguigno che la matrice espelle le scorie. Ne l'aria né le sostante nutrienti possono essere assorbite dalla lamina ungueale. Ciò significa che le unghie potrebbero crescere senza problemi anche in un ambiente privo di aria. 

Quando la lamina ungueale è coperta da uno strato di prodotto (può essere smalto tradizionale, gel, acrilico, non importa) l'unica differenza apprezzabile è che l'umidità e gli oli naturali attraversano la lamina ungueale più lentamente. Ciò si traduce in un aumento dell'umidità di circa 10-15% e di conseguenza ad un aumento della flessibilità della lamina ungueale.

Una volta rimosso correttamente il prodotto la lamina ungueale può sembrare più morbida ed è per questo che molte persone pensano che che prodotti come gel o acrilico rendono le unghie più deboli. In realtà flessibilità non vuol dire debolezza, l'unghia in quel momento contiene solo più acqua e per questo flette più facilmente. Nel giro di 1 ora circa il livello di umidità si stabilizza nuovamente e l'unghia torna ad avere la sua consistenza normale.

L'unico vero motivo per il quale dovresti prendere una pausa dai trattamenti unghie è strettamente correlato alla condizione delle unghie stesse e dei tessuti circostanti: se ci sono delle ferite, infezioni, qualsiasi tipo di reazione allergica o irritazioni della pelle rimuovi il prodotto e rivolgiti al tuo medico per avere la diagnosi ed eventualmente una cura idonea (ricorda: le onicotecniche non sono autorizzate a dare consigli medici).

Cosa si intende per smalti non tossici? E cosa vuol dire "5 Free" o "10 Free"? Scopri tutto quello che c'è da sapere sugli smalti di ultima generazione.

Sicuramente te ne sei accorta anche tu, il mondo della cosmesi (e non solo!) negli ultimi anni è cambiato e i consumatori sono diventati più consapevoli e attenti agli ingredienti contenuti nei prodotti che acquistano.

Gli smalti per unghie non fanno eccezione e sentiamo parlare da un po' di smalti non tossici. 

SMALTI NON TOSSICI
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MA COSA SI INTENDE PER SMALTI NON TOSSICI?

Gli smalti non tossici sono smalti per unghie privi di determinate sostanze considerate nocive per la persona. Attenzione: "non tossico" non sempre corrisponde a "naturale" o "vegano". 

QUALI SONO LE SOSTANZE RITENUTE TOSSICHE?

Le sostanze contenute negli smalti "di vecchia generazione" e ritenute tossiche sono le cosiddette BIG FIVE:

  • CANFORA: sostanza cerosa caratterizzata da un odoreforte, può essere di colore bianco o trasparente ed è di origine vegetale. Può essere prodotta anche in maniera sintetica dall’olio di trementina. È considerata potenzialmente pericolosa e nociva sia nella versione vegetale che sintetica se assunta in grandi quantità per lungo tempo.
  • TOLUENE: è una sostanza che viene utilizzata come sostituto della benzina o come solvente per sciogliere resine, vernici e coloranti.
  • DBP: acronimo di Dibutyl Phthalate o Dibutil Ftalato, è una sostanza che viene utilizzata come additivo per adesivi e inchiostri.
  • RESINA DI FORMALDEIDE: anche detta Tosylamide o TSFR, è una resina derivata dalla formaldeide. Negli smalti per unghie migliora l’adesione del prodotto. Può portare a manifestazioni allergiche come, ad esempio, dermatiti.
  • FORMALDEIDE: conosciuta anche con il nome di formalina, è una sostanza prodotta a livello industriale per ossidare il metanolo. La sua composizione è completamente chimica, nella cosmesi è utilizzata come ingrediente per alcune tinte per capelli e prodotti liscianti, oltre che per smalti e prodotti indurenti per unghie. Studi clinici hanno dimostrato che l’uso prolungato può provocare irritazione delle mucose, dermatiti e eczemi. Il limite massimo imposto dalla legge Europea è lo 0,2% ma in altri paesi questo limite è più alto (perfetto esempio del perché spesso viene sconsigliato l'acquisto di cosmetici non prodotti in Europa).

SMALTI NON TOSSICI: LA CLASSIFICAZIONE

Una volta individuati gli ingredienti nocivi possiamo suddividere gli smalti non tossici in 3 categorie:

  1. SMALTI 3-FREE - Sono smalti formulati senza DBP, Formaldeide e Toluene
  2. SMALTI 4-FREE - Oltre a DBP, Formaldeide e Toluene questi smalti sono privi anche di Canfora
  3. SMALTI 5-FREE - Sono smalti che non contengono Canfora, Toluene, DBP, Resina di formaldeide e Formaldeide.
Tuttavia questa classificazione non è esaustiva.

Infatti pare che molto spesso il Toluene venga sostituito con un altro solvente chiamato Xylene. Questa sostanza è irritante per pelle, occhi e tratto respiratorio e quindi è potenzialmente pericolosa tanto quanto il Toluene. Gli smalti privi anche di questo solvente vengono definiti SMALTI 6-FREE.

Gli smalti privi di queste 6 sostanze nocive e privi di parabeni (i conservanti più comuni nell’industria cosmetica ma anche provati interferenti endocrini) sono detti SMALTI 7-FREE. 

Parliamo di SMALTI 8-FREE quando lo smalto, oltre ad essere privo delle 7 sostanze nocive precedenti, è formulato senza Colofonia, una resina vegetale usata come filmante (si tratta di una sostanza allergizzante che può provocare dermatiti da contatto).

Gli SMALTI 9-FREE sono privi anche di ethiltosylamide, una sostanza che serve ad aumentare la durata dello smalto ma che in Europa è bandita in quanto può provocare reazioni allergiche.

Infine gli SMALTI 10-FREE sono quegli smalti che, oltre ad essere privi di tutte le sostanze nocive elencate fin qui, risultano privi anche di Benzofenone, un altro interferente endocrino.


A sostituire le sostanze nocive negli smalti non tossici è soprattutto l’acqua, le formule risultano quindi più naturali e idratanti. L’unica controindicazione? Questi prodotti si conservano, generalmente, per un periodo di tempo inferiore rispetto al classici smalti per unghie. 

SMALTI VEGAN E SMALTI BIOLOGICI

Concludiamo la carrellata degli smalti non tossici parlando delle formulazioni completamente vegane. Non tutti sanno che gli smalti, infatti, possono contenere guanina, carminio, cheratina e gommalacca, tutte sostanze di origine animale. La guanina è derivata dalle squame di pesce, mentre il carminio e la gommalacca si estraggono dalla cocciniglia. La cheratina infine - principalmente utilizzata per gli smalti rinforzanti - viene solitamente estratta da piume, zoccoli e corna animali. 

Uno smalto, per definirsi vegan, deve essere anche cruelty-free e quindi privo di questi ingredienti.

Agli smalti vegan si affiancano gli smalti biologici. Non abbiamo ancora una regolamentazione chiara in materia ma lo smalto biologico si può definire tale quando la sua formula è composta da soli ingredienti naturali e 0 sostanze chimiche. In questi casi il colore è ricavato da miche e polveri naturali e, ovviamente, la durata e la resistenza sono più limitate rispetto ad altri tipi di smalto.

Spero che questa guida ti sia stata utile! Ora sai quali ingredienti cercare nell'INCI degli smalti e come riconoscere gli smalti non tossici!

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